Palermo, responsabilità in campo: la tenuta mentale non è un optional

Ancora una volta, il Palermo si fa rimontare in una partita che sembrava saldamente nelle proprie mani. Ancora una volta, si discute dell'allenatore, delle sostituzioni e delle scelte tattiche. Ma c'è un aspetto che non può essere trascurato: la tenuta mentale dei giocatori. Se al 75' sei in vantaggio per 2-0 contro una squadra come la Cremonese, che ha valori tecnici superiori e interpreti più adatti ai rispettivi ruoli, la tua priorità deve essere quella di restare concentrato, chiudere ogni spazio e portare a casa il risultato.

Invece, ancora una volta, il Palermo ha dimostrato di non saper gestire i momenti chiave del match. I rosanero hanno subito la prima rete al 74’, concedendo un gol evitabile su una dormita difensiva. Da quel momento, si è vista una squadra incapace di reagire con lucidità, in balia di un’avversaria che ha sentito l’odore del sangue e ha affondato il colpo fino alla vittoria finale.

Eppure, c’è chi preferisce attribuire tutta la responsabilità a Dionisi, reo di aver effettuato alcuni cambi nei minuti finali. Una lettura superficiale e semplicistica, che non tiene conto del contesto. Quando hai dato tutto e sei sotto pressione, avere forze fresche è un aiuto, non un problema. Non si può imputare la sconfitta esclusivamente alle rotazioni, ma bisogna chiedersi: perché una squadra che per 75 minuti tiene testa a una corazzata come la Cremonese, improvvisamente si scioglie?

La risposta sta nella mentalità. Essere giocatori del Palermo non significa solo saper calciare un pallone o segnare un rigore, ma saper reggere la pressione e gestire il vantaggio. Troppo spesso questa squadra dimostra di non avere la maturità necessaria per chiudere le partite. Questo è il problema principale. Si può discutere di scelte tattiche, di moduli e di cambi, ma alla fine sono sempre gli uomini in campo a dover dimostrare di essere all’altezza della maglia che indossano.

Ora la zona playoff è a rischio e il Palermo non può più permettersi blackout di questo tipo. Servono reazioni, carattere e consapevolezza. Il tempo delle scuse è finito.